Streetwear e gaming, nascita e cenni storici

by Fabio Ferrotti on November 14, 2022

Oggi andremo a scoprire le radici del panorama streetwear, che ben si abbina all’evoluzione videoludica sovrapponendo, in quel periodo storico, le prime milestone dei rispettivi segmenti. Stiamo parlando degli anni 80 e 90, anni di cambiamenti culturali e tecnologici molto importanti.

Possiamo quasi dire che le due scene, quella emergente dell’abbigliamento casual/streetwear e quella dei videogiochi, in questi anni si muovono a braccetto, conquistando popolarità e reinterpretando il modo di vestire ed intrattenersi di quei tempi.

Benvenuti a tutti, io, sono Fabio Ferrotti co-fondatore e CEO del fashion-gaming brand Beaths, ed insieme a Francesco Fossetti co-fondatore di RoundTwo, il canale twitch dedicato al gaming, vi accompagneremo in un percorso panoramico incrociando storia e cultura streetwear e gaming.

La scena streetwear diventa globale negli anni 90, sviluppandosi tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80 dalla cultura surf negli Stati Uniti in California, più precisamente Los Angeles.

E’ opinione comune che tutto parta da Shawn Stussy, nato nel 1954 e cresciuto immerso nella cultura surf della west coast, produttore di skateboard e surf con l’abitudine di firmare le tavole che realizzava, portando poi la sua firma, molto riconoscibile e particolare, su delle magliette, pantaloncini e cappelli, creando cosi il proprio logo poi divenuto brand.

Un passaggio, quello dell’abbigliamento, avvenuto quasi per caso, dichiara Stussy, in un'intervista del 2013 ad Empire Ave, quando in una fiera oltre alle tavole da surf cominciarono a chiedergli se era possibile comprare anche la maglietta. Alla fine dei tre giorni della sua prima fiera, Stussy, vendette circa 1000 magliette a 8 dollari l’una.

Lo streetwear nasce, quindi, come uno stile di abbigliamento casual che ha come principali attori t-shirt, cappellini baseball, sneaker e jeans per poi evolversi in un legame appassionato tra pubblico e brand alla ricerca di edizioni limitate e da collezione.

Negli stessi anni in cui la scena streetwear si sviluppa, nasce il primo videogioco arcade, siamo nel novembre 1971, periodo in cui Nolan Bushnell e Ted Dabney (futuri fondatori di Atari) crearono Computer Space, che fu considerato il primo videogioco arcade prodotto su larga scala.

Furono anni importanti per il mondo dei videogiochi, dalla nascita di Atari al primo dibattito pubblico sulla violenza nei videogiochi, passando alla popolarizzazione dei videogiochi su cartuccia e degli home computer, fino alla pubblicazione di titoli come Asteroids e Pac-Man quest’ultimo si fece, inoltre, portavoce di successo dell’avvento dei primi videogiochi a colori.

Gli anni 80 furono il culmine della prima età dell’oro dei videogiochi attraverso il Commodore 64 e l’Amiga per arrivare al debutto di NES, Nintendo Entertainment System, che si espande globalmente intorno al 1984.

Questo è il decennio in cui home computer e joystick diventano popolari in tutto il mondo lanciando i videogiochi su larga scala.

Sono gli stessi anni in cui lo stile streetwear è stato inizialmente attribuito alle scene hip hop, surfer e skater, scene alle quali anche i grandi marchi come Adidas si sono avvicinati alla scena streetwear, anni in cui anche la Nike cominciò la propria svolta firmando la superstar del basket Michael Jordan, era appunto il 1984.

In quel periodo era Adidas a farla da padrone, ma dopo la firma MJ con Nike ed in seguito al rilancio, proprio grazie a Jordan, della lega di basketball NBA, Nike arriva a dominare il mercato sneaker streetwear, siamo tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90.

Da lì cominciò l'esplosione del mondo streetwear, spinto dagli sportivi professionisti americani che vestivano oversize e portavano grande visibilità ed impatto alla cultura streetwear di metà anni 90. I brand cominciarono a realizzare pezzi unici e limited edition e la scena Rap omaggiava sempre di più questo stile di abbigliamento, facendolo diventare sempre più popolare anche oltreoceano attraverso video musicali ed i primi social media che stavano nascendo.

Proprio negli anni 90, sebbene la prima consolle a 16bit fosse uscita già a fine 80, che il mondo del gaming raggiunge il culmine, stiamo parlando della quarta generazione di questi sistemi, subito dopo Commodore, Amiga, IBM, Olivetti ed il già nominato sistema NES per il Giappone oltre al Sega Master System per l’Europa e Sudamerica.

L’uscita di Sega Mega Drive e del Super Nintendo apre una nuova era nel mondo videoludico globale, lanciando difatto questa quarta generazione di consolle gaming.

Nello stesso periodo comincia anche la diffusione di consolle portatili, prima con il Game Boy di Nintendo, iconica ed innovativa consolle di gioco e poi il Game Gear di Sega, tra le prime consolle portatili a colori con svariati accessori come la cartuccia con sintonizzatore TV. Nonostante questo Game Gear ha venduto, nel suo arco totale di vita, solamente 8 milioni di pezzi rispetto agli oltre 118 milioni di Game Boy, che confermano di come Nintendo stesse cavalcando l’onda.

Siamo nell’era di titoli come Dragon Quest, The Legend of Zelda, Super Mario World, Final Fantasy VI e molti altri, che divennero colonne portanti per le nuove generazioni di quegli anni.

Arriviamo così verso la metà anni 90, che apre la porta alla quinta generazione di consolle con l’entrata sul mercato di PlayStation di Sony. Indubbiamente tra le home consolle più di impatto sulla cultura gaming mondiale che porta l’esordio di Sony, nel campo delle consolle, ad un successo strepitoso, trasformando il gaming pensato per un pubblico più giovane ad una realtà tecnologica in grado di coinvolgere tutta la famiglia. Il lancio di PlayStation, accompagnato da una campagna pubblicitaria senza precedenti, porta cosi Sony a primeggiare rispetto a compagnie storiche di settore come Nintendo e Sega, accompagnandoci cosi fino agli inizi degli anni 2000.

Siamo quindi nei primi anni del 2000, la crescita dello streetwear si sviluppa in varie direzioni tra gli estremi appassionati di sneakers, che ancora oggi hanno una forte ed interessata community, a veri e propri collezionisti delle edizioni più rare.

Oggi lo streetwear è sposato non solo da culture e sottoculture di strada, ma anche dai grandi brand del lusso, come Balenciaga, Gucci e molte altri.

Lo streetwear ormai non è più solamente un modo di vestire, non è solo moda, o una questione culturale, è storia. Una storia che racchiude un fascino speciale e raggiunge tutti anche e soprattutto i videogiocatori fondendosi con la cultura gaming.

Allo stesso modo la cultura gaming, partendo dal concetto di intrattenimento per i giovani creando l’opportunità di vivere esperienze altrimenti impossibili ed immedesimarsi in mondi fantastici, ha permesso a tutti di provare esperienze uniche creando una community globale che oggi conta oltre 3 miliardi di giocatori e si è evoluta e segmentata in settori competitivi come la scena esport fino ad arrivare sui principali media ed a suscitare l’interesse dei grandi brand,.

E proprio i più grandi brand fashion e streetwear del mondo stanno, oggi, investendo nell’industria del gaming e nella creazione della loro “gamification” per poter raggiungere quell’audience che oramai non riescono più a raggiungere con i tradizionali media e campagne marketing.

Ed è cosi che nasce Beaths, il primo brand sbocciato dal cuore della scena videoludica italiana, che rappresenta la gaming culture attraverso moda e tecnologia, dando un’identità ad appassionati ed avid fan che ogni giorno popolano la community di gamer globale.

Un brand che in poco più di un anno ha vestito alcuni dei più importanti gamer, creator e intrattenitori italiani, creando collaborazioni con partner come Logitech G, fino ad arrivare a vestire il team Australiano ai mondiali di League of Legends del 2021, l’evento esport competitivo più importante al mondo che ha avuto un'audience generale di oltre 75 milioni di spettatori.

Così Beaths, tocca il palco esport più rilevante a livello globale affiancando, in questa occasione, il suo marchio a brand come Nike e Adidas che solitamente vestono i team sui rilevanti palcoscenici mondiali.

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